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LA SEZIONE MONTESSORI CON VERONICA

 

Il Metodo Montessori al Nido: 0 – 3 anni 

Nel Montessori si usa dire che “la mente dei tre anni dura cent’anni” e Maria Montessori è stata la prima a riconoscere in pedagogia  la massima importanza all’intero “piano dell’infanzia” (0-6 anni). Le notevoli differenze da lei osservate nel lavoro di formazione compiuto dal bambino in questo periodo l’hanno indotta a suddividerlo in due sottopiani:

- 0-3 anni;

- 3-6 anni.

 

 

 vero

 

 



Da zero a tre anni, dice la Montessori in La mente del bambino (Mente assorbente), l’infante ha in sé tutte le “potenzialità che determinano il suo sviluppo”. In lui esiste un potere globale, un’essenza umana creativa che lo spinge a formare l’uomo del suo tempo, della sua civilizzazione. Il neonato, dunque, deve intraprendere un lavoro formativo che, nel campo psichico, ricorda quello avvenuto per il corpo nel periodo embrionale. Questo periodo post-natale è un periodo di vita embriologica costruttiva che rende il bambino un Embrione Spirituale. Così l’Umanità ha due periodi embrionali: uno è pre-natale, simile a quello degli animali – e uno è post-natale, esclusivo all’uomo.

Durante i primi tre anni di vita si creano le facoltà umane basiche: linguaggio, movimento, pensiero. Maria Montessori definisce quindi l’infante da zero a tre anni il “creatore inconscio” proprio per la natura del suo lavoro di sviluppo e per le modalità in cui questo lavoro viene condotto. Questo periodo (inconscio per il bambino) racchiude in se stesso tutte le energie dell’uomo e queste energie creative guidano il neonato all’assorbimento attivo dell’ambiente e perciò a “creare” se stesso come essere umano completo.

L’assorbimento dell’ambiente avviene quindi mediante un’attività inconscia e per mezzo del lavoro di una “mente assorbente”, tipica di questo periodo e molto diversa dalla nostra.

Il problema dell’educazione è quindi per Montessori sin dall’inizio, dalle prime fasi evolutive: come aiutare tutte le energie creative del bambino ad emergere perché la mente assorbente possa svolgere al meglio il suo lavoro.

La chiave, per il Montessori, sta nel movimento. “Il movimento – dice la Dottoressa ne La scoperta del bambino - è essenziale alla vita, e l’educazione non può concepirsi come moderatrice o, peggio, inibitrice del movimento, ma solo come un aiuto a ben spendere le energie, e a lasciarle sviluppare normalmente”. Sin dalle prime sperimentazioni, infatti, la Montessori aveva osservato che movimento e cognizione sono fortemente irrelati: questa intuizione della Dottoressa, oggi supportata da tutte le recenti ricerche di psicologia dello sviluppo, è alla base di tutto il percorso educativo montessoriano, fondato sull’interrelazione tra apprendimento e movimento finalizzato.

La ricerca oggi conferma che le attività finalizzate sono auto-rinforzanti per i piccoli e che il movimento autonomo è manifestamente legato a ciascuno dei vari processi fondamentali per lo sviluppo mentale (Stoll Lillard). Nel Montessori questo principio è applicato fin dai primi giorni di vita del bambino (vedi Centro Nascita Montessori) e nei programmi dei nidi Montessori.

 

Il Nido Montessori 

Il nido Montessori non è solo “assistenza” e “cura” del bambino ma è un “ambiente preparato” per rispondere al suo bisogno di espandere le proprie forze ed energie vitali, cioè alle sue necessità di sviluppo senso/motorio/percettivo, affettivo e comunicativo, nel rispetto del suo metodo operativo e di pensiero.

 

L’ambiente preparato : Arredi e Materiali di sviluppo

Caldo, sereno e accogliente, è pensato innanzitutto ridurre al minimo l’impatto del distacco dei piccolissimi dalla figura materna e per agevolare l’ambientamento progressivo dei piccoli.


La struttura e  la disposizione degli spazi, nonché degli oggetti, sono pensate, organizzate e preparate per stimolare le attività vitali del bambino  tipiche di questo periodo sensitivo e modulate sulle varie fasi d’età.

 

 

PROGETTO “NIDO BILINGUE” CON KIRA

 

KIRA

 

 

Il metodo proposto permette ai bambini di conoscere in modo naturale la lingua. Non si prevedono “lezioncine di inglese” ,bensì, in accordo con la necessità dei bambini di sperimentare in modo naturale e su tempi distesi, si propone un approccio prolungato che prevede l’affiancamento nelle routine e attività della giornata.

 Perché l’inglese in fascia di età 0-3 anni

E’ importante introdurre la lingua straniera precocemente perché l’apprendimento linguistico è maggiormente efficace in certe “fasi” della vita. La fase di maggiore apertura è quella dagli 0 ai 3 anni, in cui la tendenza all’acquisizione ed imitazione linguistica da parte dei bambini è massima. Nella fascia 0-3 la plasticità del cervello è tale che l’esposizione a due lingue significa la formazione di percorsi neurali adatti alla gestione contemporanea e spontanea di due lingue. I benefici non solo linguistici ma anche cognitivi e relazionali dell’esposizione precocissima e strutturata sono quindi incalcolabili e rappresentano un inestimabile “dono” al bambino.

 Introduzione al bilinguismo precoce

L’udito di un bambino alla nascita è settato per ascoltare e riconoscere ogni tipo di suono appartenente ad ogni lingua, e l’apparato fonatorio è programmato per riprodurre ogni tipo di suono appartenente ad ogni lingua! La fase più feconda da questo punto di vista va dai 6 mesi ai 18 mesi. Dopo questa tappa evolutiva, gradualmente l’apparato fonatorio si specializza sui suoni della lingua materna, diventando via via meno sensibile ai suoni che non hanno valore distintivo nella propria, fino a non “sentirli” più. In particolare, le abilità inerenti all’acquisizione della fonetica e all’acquisizione morfo-sintattica (ovviamente in modo implicito) sono in questi anni al massimo del loro potenziale, mentre crescendo sarà più difficile per un bambino acquisire naturalmente ed implicitamente i suoni fonetici della lingua straniera e la costruzione naturale della frase.


Caratteristiche ottimali dell’esposizione linguistica precoce

Insegnare una lingua non materna in questa fase della vita dei bambini presuppone una serie di consapevolezze importanti:

-       Consapevolezza della modalità in cui i bambini di questa età acquisiscono le lingue (conoscenze a livello didattico, psicologico e pedagogico);

-       Consapevolezza di come si coinvolgono i bambini di questa età in un’esperienza nuova e sicuramente impegnativa Perché l’esposizione sortisca il risultato di una introduzione effettiva al bilinguismo è necessario che l’acquisizione precoce sia sostenuta da modalità corrette, ed in particolare sottolineiamo alcuni requisiti fondamentali per il successo di questa operazione:

 Continuità e costanza dell’esposizione (deve essere quotidiana e spalmata durante la giornata, tutti i giorni)

 Significanza dell’esposizione (i bambini non imparano la lingua se sono esposti esclusivamente con CD, perché non hanno gli strumenti per distinguere la lingua dal rumore! Solo se la lingua viene presentata in contesti comprensibili, comunicativi e affettivamente significativi, il bambino acquisirà la competenza)

 Persistenza dell’esposizione nel tempo: solo se l’esposizione viene prolungata durante anni, l’acquisizione diventa apprendimento consapevole e produttivo. Se l’esposizione viene interrotta, gli effetti benefici della precocità si perdono, parzialmente o totalmente.

 Motivazione affettiva E’ importante che i bambini creino una relazione colorata di affetto con l’insegnante di madrelingua. Solo tramite la “motivazione affettiva” infatti si ha una ottima acquisizione linguistica. Indicazioni comportamentali agli insegnanti nel lavoro presso l’asilo nido o L’apprendimento del bambino piccolo è condizionato da tempi di attenzione assai brevi: l’insegnante deve per questo variare le attività ciclicamente durante la lezione e monitorare in modo puntuale l’attenzione mostrata dal bambino.

 Musicalità e TPR (Total Physical Response)

La musica è un elemento fondamentale della didattica della lingua straniera al nido. E per musicaliità si intendono tutte le sequenze ritmate , quindi anche canti, filastrocche, narrazioni brevi, bans, etc... I motivi sono molteplici: come abbiamo detto, la percezione dei suoni nuovi è correlato all’educazione ad buona attitudine e disponibilità verso le attività di ascolto e sviluppo di orecchio musicale (sensibilizzazione). La canzoncina in inglese inoltre permette di portare nella classe la ripetizione ritmata delle parole che vogliamo insegnare ai bambini ed è un ottimo strumento per memorizzare. La Total Physical Response è una pratica glottodidattica che prevede l’attivazione di tutto il corpo: la musica, la danza guidata, il mimo, ma anche la risposta “corporea” a istruzioni verbali. E’ dimostrato che questa tecnica è ottimale nel periodo silente per implementare una buona comunicazione senza dovere tradurre le frasi o le parole, ma il suo valore aggiunto è nel fatto che attiva forme di memorizzazione estremamente efficaci (“la memoria del corpo”, ovvero il canale cinestetico) nei bambini di questa età. Inoltre, le attività Total Physical Response (TPR) sono divertenti il che va a contribuire al fattore motivazione.

 RIPETIZIONE

La ripetizione è fondamentale e spesso durante l’anno il programma di fermerà per recuperare e ripetere topics che sono già stati affrontati. Ciò è necessario per una acquisizione più profonda dei contenuti e per portare i bambini verso una graduale attivazione del bagaglio acquistato, ovvero l’uso autonomo. Gli stessi topics saranno proposti utilizzando canali diversi (visivi come le flash cards uditivi come le canzoni, narrativi-drammatizzati) perché tutti i bambini possano acquisirli al meglio e ripetuti spesso in modalità ludica o all’interno dello storytelling.

 

 

Gli spazi e gli arredi              

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I materiali   

collage fermagli colorati                                

                                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le attività e l'educatrice Montessori al nido  

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L'inserimento

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La giornata tipo sezione Montessori

 

 

Relazioni scuola-famiglia

Per facilitare la comunicazione scuola-famiglia, si individuano le seguenti forme e canali:

  • Colloqui individuali: durante l’anno, infatti, l’insegnante incontra i genitori per uno scambio di informazioni relative al bambino circa le sue attitudini, le sue capacità, le relazioni col gruppo dei pari.

  • Riunioni: durante l’anno le insegnanti organizzano incontri per i genitori per confrontarsi su diversi argomenti. Si illustrano, inoltre, le attività, la giornata e la metodologia.
    Alcune riunioni, invece, illustrano le problematiche relative a questa fascia d’età.

 

LISTINO E TARIFFE